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Incontro con Giovanni Cavalli

 
CategoriaIncontriDataGiovedì 20 Ottobre 2022Ora inizio21:00Ora fine23:00 Luogo Palazzo Loda - Via Umberto I, 58 25020 FleroLink alla news


 

GIOVANNI CAVALLI

https://giovannicavalli.eu/

La mia professione medica, che mi ha regalato molte gratificazioni e riconoscimenti, non ha tuttavia mai ostacolato il mio percorso artistico, legato alla fotografia e ai miei interessi umanistici. Sono molto interessato alle tradizioni delle persone e agli aspetti antropologici delle popolazioni.

Le persone, del tutto spontanee, naturali e non influenzate dal fotografo, sono il centro della mia ricerca artistica.

Ritratti impreparati, persone sorprese dallo scatto, riprese con l'espressione e nel momento in cui mi colpivano, senza avere il tempo di capire cosa sto facendo: la rappresentazione di volti non postati, con il soggetto sospeso in se stesso; non una rappresentazione forzata di se stesso o l'interpretazione di un fotografo, ma un'istantanea della persona come la incontro, sorpresa dalla mia macchina fotografica, anticipando ogni possibilità di darmi un'interpretazione di sé.

Sono fotografie antistatiche, naturali, spontanee, reali, sorprese e sospese, scattate nel contesto reale che identifica la persona.

Fotografia senza luci artificiali, che utilizza gli elementi presenti, non come fosse un salottino all'aperto, che costruisce e ordina gli elementi della composizione.

"Le tradizioni sono la salvaguardia del fuoco, non l'adorazione della cenere." (Gustav Mahler). Una lotta tra tradizione e contemporaneità, tra passato e presente.

Nel ciclo delle processioni religiose in Sardegna, donne e uomini sono sospesi tra passato, presente e futuro, radicati in tradizioni millenarie fatte di gesti, ritmi, musica, danze e sguardi. Giovani e bambini che indossano gli abiti dei padri, con la consapevolezza di essere parte di un lungo percorso che vuole affermare il proprio futuro: non c'è futuro senza passato.

L'immagine dell'anima, i sentimenti che cerco di penetrare ed esplicitare.

Mostro sempre i miei lavori fotografici in bianco e nero, in modo da focalizzare l'attenzione sull'espressione, senza farmi distrarre dall'emozione, a volte superficiale e strana, del colore.